Un castello dall'architettura mastodontica, maestosa, cupa. La sua torre difensiva sfida per altezza un vulcano misterioso, covo di un drago femmina. È lo sfondo della nuova storia di Juan Gimenez: una storia di re e regine, di usurpazioni e lotte di potere, ma soprattutto di draghi che diventano esseri umani – e viceversa – condizionando perciò gli eventi terreni.
È un mondo, quello di Jimenez, in cui il confine tra umano e sovrumano è sottile, permeabile, continuamente soggetto a ridefinizioni.
Così come continuamente ridefinite e ridisegnate sono le forme e le fattezze dei suoi personaggi. Donna o drago? Mostro
o essere umano?
Il tratto del disegno, la solidità del colore, sono ambigui e polisemici e non rispondono in modo certo e definitivo a queste domande.
Forse perché siamo in un mondo in cui sono saltati i normali punti di riferimento...
Lasciamoci perciò trasportare da Jimenez in questo universo popolato da regine, mostri ed eserciti. Un universo buio e minaccioso, per di più in espansione, in cui nulla è come sembra, tutto è fantastico e il male può trasformarsi in bene e viceversa.
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