Galaxy Trucker


Trasporti galattici

Gioco ormai consolidato sul mercato, con più di due anni di metabolizzazione presso il pubblico dei giocatori, Galaxy Trucker è un prodotto particolare, che ha segnato una strada nell’originalità progettuale e nel coinvolgimento ludico dei giocatori. Che tutto ciò sia chiaramente in linea con la produzione del suo autore, il boemo Vlaada Chvátil, è indubbio. Galaxy Trucker infatti, come Space Alert e come l’ultimo gioco in ordine di uscita, Dungeon Lords, ruota intorno a due elementi tipici nei prodotti di Chvátil: meccanismi di gioco fortemente innovativi e coinvolgimento frenetico dei partecipanti. Un mix di elementi che – se, per target, limita leggermente la diffusione dei giochi prodotti dal progettista della Repubblica Ceca – dall’altra determina una tendenza sconosciuta sul mercato, che fa da contraltare ai sempre più ingessati eurogames di stile tedesco o ai mirabolanti e tridimensionali prodotti Ameritrash d’oltreoceano.

Camionisti dello spazio

Il titolo è emblematico di per sé: i camionisti spaziali sono coloro che si autocostruiscono astronavi con pezzi di magazzino (il magazzino di un'azienda che produce tubi, secondo quanto raccontato nelle istruzioni) e che solcano gli spazi siderali trasportando merci raccolte nel frattempo, facendo incontri più o meno piacevoli e coadiuvati in alcuni casi da personale alieno dotato di particolari competenze. Il gioco si struttura infatti su due fasi separate: quella della costruzione dell'astronave e quella del viaggio, la prima scandita dalla frenetica ricerca dei pezzi più adatti per costruire il proprio veicolo spaziale, la seconda strutturata su una serie di incontri stabiliti in base alla pesca di carte da un mazzo precostituito.

Dotazioni non eccelse

Le dotazioni di gioco non sono così eccelse così come alcuni recensori hanno dichiarato al momento dell’uscita. E' vero che sono passati quasi tre anni dal lancio di Galaxy Trucker sul mercato, ma è anche vero che molti prodotti usciti contemporaneamente al gioco di Chvátil sono molto più belli e molto più ricchi, pur costando la metà.
Il grosso della dotazione è formato dalle 144 tessere di cartone che illustrano "pezzi" di astronave da assemblare: la consistenza del materiale è media e il livello di stampa buono, nulla da dire. In compenso la grafica non permette immediatamente di padroneggiare i pezzi con la dovuta semplicità, situazione questa che si appiana solo dopo tre o quattro partite. Otto plance in cartone quadrettato in formato A4 permettono di assemblare astronavi di diverse dimensioni, mentre una illustra il percorso del viaggio siderale. In entrambi i casi la grafica non è nulla di speciale, anzi...
Per quello che riguarda componenti, piloti, alieni e piccole astronavi in plastica si affiancano ai classici cubetti di legno colorato delle merci, mentre una piccola manciata di segnalini in vetro verde viene utilizzata per le batterie dell'astronave. Completano la dotazione un mazzo di carte, i due dadi in legno, dei segnalini in cartone illustranti i crediti ottenuti e una piccola clessidra in plastica per segnare i tempi.
Materiali abbastanza poveri nonostante il valore di mercato del gioco, che lasciano leggermente delusi una volta aperta la scatola.
Già, la scatola: di impatto grafico abbastanza avvincente all'esterno (anche se leggermente caotica), molto "Europa orientale" all'interno.

Un meccanismo da tenere in considerazione

Se materiali, grafica e packaging non sono certo da portare come esempio, lo stesso non si può dire del sistema di gioco: un sistema originalissimo che ha, certamente riscontri con la produzione recente o passata del progettista ceco, ma che - forse più che in altri esempi - dimostra particolarità di assoluto valore.
L'idea di base è quella di pescare a caso da un mucchio di componenti quelli giusti da unire nella costruzione del proprio mezzo spaziale: cabine, armi laser, motori, depositi, stanze particolari per la sopravvivenza del personale alieno, così come le batterie di alimentazione, i connettori universali, gli scudi protettivi sono i pezzi che, debitamente assemblati, permetteranno di formare il proprio veicolo, un veicolo che non sarà certo esente da difetti, soprattutto nelle prime partite. Il giocatore non è obbligato a utilizzare quello che pesca, ma può scartarlo o tenerlo per un eventuale, successivo utilizzo. Il tempo di costruzione è scandito dalla clessidra in dotazione e – soprattutto con giocatori esperti e particolarmente agitati – lo scorrere inesorabile del tempo e la contemporaneità delle attività di costruzione determina situazioni divertentissime. Una volta terminata la costruzione, controllati gli eventuali errori, si parte per il viaggio.

Incontri di vari tipi

Come d’abitudine per i giochi di Chvátil, la seconda fase del gioco fa riprendere fiato ai giocatori. Gli incontri del viaggio sono scanditi dalla tranquilla pesca di carte evento con cui confrontarsi: tempeste di asteroidi, pirati spaziali, pianeti da scoprire, accelerazioni cosmiche, incontri con contrabbandieri; tutto si scontra con la solidità o le potenzialità dell’astronave. Raccogliere risorse non è un problema, ma non è neppure così difficile subire danni che mutilano il veicolo spaziale di intere parti strutturali. Le possibilità di poter accedere per primi ai vantaggi del viaggio (ad esempio alla raccolta di risorse) sono vincolate alla posizione sul percorso, posizione modificabile con la velocità o con i tempi spesi nel soffermarsi su pianeti o a causa degli incontri spaziali. La fase termina con il (fittizio) arrivo alla destinazione finale in cui si vendono le risorse e si calcolano i crediti vinti. Il tutto (costruzione e viaggio) si ripete tre volte, passando alla costruzione di navi sempre più imponenti e a viaggi sempre più lunghi e complessi. Vince il giocatore che, alla fine della terza fase, ha accumulato più crediti.

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